(CAVALIERI MARVEL)
N° 116
… RIMANE A VEGAS
1.
Las
Vegas, Nevada. La chiamano la Città del Peccato e con buone ragioni anche se la
sua fama è forse esagerata. Il tasso di criminalità è in linea con quello delle
grandi metropoli degli Stati Uniti, il Crimine Organizzato è stato espulso dai
grandi Casinò e controlla ormai solo i locali di lap dance e simili oltre a
diversi bordelli legali oltre i limiti cittadini e naturalmente quelli
illegali. Ovviamente non è tutto così limpido ma è una situazione tutto sommato
accettabile da tutte le parti in causa almeno finché qualcosa non interviene a
rompere l’equilibrio tanto faticosamente costruito.
Mentre
sbarca dall’aereo che lo ha portato da Chicago, Nicolas Cavella non è ancora
consapevole di essere il granello di sabbia che farà inceppare un delicato
ingranaggio ma presto lo sarà.
L’uomo
dai capelli bianchi che indossa con disinvoltura un elegante completo scuro con
camicia bianca e cravatta rossa in tinta con il fazzoletto che spunta dal
taschino della giacca entra con passo deciso nell’ufficio del Sindaco di San
Francisco.
-Benvenuto, Professor Keller.- lo saluta Sadie
Sinclair, una bruna attraente con i capelli a caschetto e gli occhiali che da
pochi mesi è la prima cittadina della metropoli californiana -Sono lieta che
abbia accettato il nostro invito. Si sieda, la prego.-
Il
nuovo arrivato si siede davanti ad un uomo corpulento, più anziano di lui e
dall’aria decisa.
-Ti trovo in forma, Ironguts.- gli dice.
-Davvero? Non pensi che sia un vecchio relitto,
Steve?- ribatte Robert O’Hara, Presidente della Commissione di Polizia della
Città e Contea di San Francisco.
-Una vecchia quercia piuttosto.-
-Signori, se avete finito con i convenevoli,
potremmo discutere del motivo per cui il Professor Keller è qui oggi?-
interviene Sadie Sinclair.
-La vostra proposta è interessante, lo
ammetto.- replica Keller -Non so se l’avrei presa in considerazione se non me l’avesse
fatta Ironguts in persona. Sono abbastanza soddisfatto della mia posizione di
Professore di diritto penale all’università di Berkeley, non sento la necessità
di cambiare alla mia età.-
-Ti ho raccomandato perché sono convinto che tu
sia l’uomo adatto per il compito che ti aspetta.- replica O’Hara -Eri uno miei
dei migliori investigatori quando ero a capo della Divisione Ispettori[1] ed
ho sempre pensato che avessi fatto un errore a dimetterti per fare
l’insegnante. Devi accettare e se Mike fosse ancora con noi, ti direbbe la
stessa cosa.-
Un’ombra
passa sul volto di Keller mentre mormora:
-Già… Mike.- poi in tono più deciso aggiunge
-Va bene, accetto.-
-Perfetto.- dice Sadie con un sospiro di
sollievo Sadie -Non appena tutte le formalità saranno espletate lei sarà
ufficialmente il nuovo Capo della Polizia di San Francisco.-
-Mi chiami pure Steve.- replica l’altro
stringendole la mano -Siamo nella stessa squadra adesso ed io non amo troppo i
formalismi.-
-Nemmeno io, chiamami Sadie.-
-Bentornato a casa, figliolo.- gli dice O’Hara
dandogli una pacca sulla spalla.
Per
la prima volta da quando è entrato, Stephen Keller sorride.
L’alba
sopra New York sorprende Ana Ishikawa già sveglia ed in piedi sul balcone del
suo appartamento con indosso solamente un kimono rosso. Il suo bel volto è cupo
mentre riflette sugli ultimi sviluppi della sua vita.
Alle
sue spalle arriva Tomoe Gozan anche lei con indosso solo un kimono, nel suo
caso verde.
-Sei preoccupata?- le chiede.
-Abbiamo scelta una strada difficile e piena di
pericoli.- risponde Ana.
-Io l’ho scelta ed io ne affronterò i
pericoli.- ribatte Tomoe in tono deciso.
-Per colpa mia e del mio giuramento di non
versare più sangue.-
-Non mi hai costretto. Io l’ho voluto ed andrò
fino in fondo.
Le
due donne si abbracciano e rimangono in silenzio per qualche istante poi Ana
aggiunge:
-Non voglio che muoia anche tu.-
-Saranno i nostri nemici a morire.- replica
risoluta Tomoe -Tutti.-
2.
Aaron Fredericks è un
uomo imponente, un uomo che incute rispetto ed anche timore, un afroamericano
di successo che è attualmente lo Sceriffo della Contea di Clark come recita la
targhetta sulla porta del suo ufficio. I bravi cittadini della Contea lo hanno
eletto perché li difendesse dalle mele marce di una società corrotta. I bravi
cittadini potrebbero aver commesso l’errore di mettere la volpe a guardia del
pollaio.
Mentre
Fredericks sta esaminando i rapporti appena giunti dalle varie stazioni di
polizia della Contea, qualcuno bussa alla porta..
-Avanti!- dice lui con voce stentorea.
La
porta si apre ed entra un ufficiale con i gradi di capitano.
-Notizia dell’ultima ora, Sceriffo…- dice -…
due nuovi arrivi degni di nota. Il primo viene da Chicago e si chiama Nicolas
Cavella.-
-Cavella…. Cavella. Questo nome mi dice
qualcosa..- borbotta Fredericks -Aspetta, ci sono! I Cavella erano una famiglia
minore del Sindacato di Chicago[2]
che fu sterminata dal Punitore un po’ di tempo fa. Furono uccisi tutti tranne
lui che in quel momento era fuori città.-
-Ed ora è qui.- dice il capitano.
-E credo anche di sapere perché. Il Sindacato è
allo sbando qui a Las Vegas dopo che Sebastian Reed è stato ucciso da ignoti e
tutte le sue proprietà sono passate a Suzy Berengetti.-[3]
Compresi
alcuni dossier scottanti su varie personalità cittadine tra cui lui stesso
grazie alle quali quella gentile signora li tiene tutti in pugno, pensa
Fredericks ma si guarda bene dal dirlo.
-Pensa che il Sindacato abbia mandato Cavella
per ricostruire la sezione allo sbando?-
-Molto probabile. Tenetelo d’occhio e se fa
qualcosa di sbagliato, anche gettare una cartaccia per terra, arrestatelo.
Diceva di un secondo arrivo…-
-Alexander Bont da New York.-
-Bont?- un’espressione di sincero stupore si
dipinge sul volto di Fredericks -Credevo che quel vecchio furfante fosse… non
importa. Voglio vederlo. Portatemelo qui.-
Alexander
Bont. Di tutti i fantasmi del passato, proprio lui. La vita ha uno strano senso
dell’umorismo.
L’uomo
che passa la dogana di Macao, ex colonia portoghese oggi Regione Amministrativa
Speciale della Repubblica Popolare Cinese, è alto, snello, capelli scuri, occhi
penetranti. Sul suo passaporto britannico c’è scritto John Bryce e del
britannico ha la perfetta aria anche se ad osservarlo con più attenzione si
noterebbe qualcosa che non torna perfettamente con quell’immagine. Forse, il
taglio degli occhi o gli zigomi che gli conferiscono qualcosa di
orientaleggiante. L’annoiato funzionario della dogana non ha badato molto a
lui, dopotutto è solo uno dei tanti turisti che visitano Macao.
Sbagliato:
John Bryce non è affatto un turista e non si chiama nemmeno John Bryce, quello
è solo uno dei molti nomi che usa abitualmente. Per il Giappone dove è nato è
Suzuki Taro, agente del Naikaku Jōhō
Chōsashitsu,
l’Ufficio Informazioni e Ricerca del Gabinetto, comunemente detto Naichō,
ovvero il servizio segreto giapponese; per le banche d’affari di Hong Kong e
altrove è James Suzuki, broker di borsa ma il nome che preferisce è quello di
suo padre, un nome che è diventato leggenda come la sua sigla operativa.
Quale che sia il suo
vero nome l’uomo che oggi si fa chiamare John Bryce esce dall’aeroporto e
prende un taxi per raggiungere la sua meta. Subito dopo un’auto si immette
sulla sua scia e comincia a seguirlo.
Azuma Gōda guarda
l’uomo di fronte a lui e con voce calma gli dice:
-Hai una possibilità di riscattarti dal tuo
fallimento Hachiman.-[4]
Gli
porge le foto di due donne e prosegue:
-Ana Ishikawa e Tomoe Gozan. Due donne più
pericolose di quanto sembri a vederle qui. Devono morire entro la prossima
alba.-
-Moriranno.- è la secca risposta.
3.
Quando Stephen Keller
entra nella nuova sede della Polizia di San Francisco in compagnia di Robert
O’Hara è consapevole di avere su di sé gli sguardi di tutti i presenti. La
maggior parte di loro non era ancora entrata nel Dipartimento quando lui si è
dimesso. Santo Cielo, molti di loro andavano ancora a scuola, un pensiero
inquietante per certi versi.
Rivolge un rapido sguardo a quelli che ora sono i
suoi sottoposti, si schiarisce la gola e comincia a parlare:
-Come di certo sapete già, da oggi io sono il nuovo Capo di questo
Dipartimento. Voglio dirvi due semplici cose: la prima è che non sono un
politico né un burocrate. Sono stato uno di voi, lo sono ancora. So cosa
significa questo lavoro. La seconda è che potete contare sul mio appoggio in
ogni momento ma voglio che sappiate che sarò inflessibile con chi dovesse
sbagliare. Non ci saranno coperture od insabbiamenti sotto il mio comando. Ora
potete tornare alle vostre occupazioni. La città non vi paga per ascoltare me.-
-Ma che bel discorsetto, pivello.-
A quelle parole, Keller
si volta di scatto per trovarsi di fronte un uomo anziano, alto, magro, dai
radi capelli bianchi, il viso solcato da rughe ma con occhi vivaci ed un
sorriso sardonico in volto.
-Harry!- esclama sorpreso -Sei davvero tu?-
-Pensavi che fossi morto?- ribatte l’altro in tono divertito -Tranquillo,
per quanto possa essere vecchio, il Diavolo non mi vuole ancora.-
-Chi altro mi avrebbe chiamato pivello? E lo ero davvero quando ci siamo
conosciuti… non voglio pensare a quanti anni fa. Che ci fai qui, Harry? Non
dirmi che sei qui per me.-
-Beh, ho sentito che ti avevano fatto Capo ed ho pensato che sarebbe
stata una buona idea salutarti. Sai, temo che della vecchia guardia siamo
rimasti in giro solo io e te.-
-Già. Non è un pensiero consolante.-
-E allora anneghiamolo in un bicchiere di quello buono.-
-Harry, tu sarai anche in pensione ma io da adesso sono di nuovo in
servizio.-
-E sei anche il solito perfettino rompiscatole.-
-Mentre tu con l’età non hai migliorato il tuo carattere, vedo.-
Poco distante un giovane
decisamente somigliante all’uomo che parla con Keller si rivolge ad una donna
attraente dai lunghi capelli rossi che veste giubbotto e pantaloni di jeans
sopra una camicia rossa i cui primi bottoni sono slacciati:
-Il mio vecchio ha ancora del temperamento.-
-A causa del quale ha finito la sua carriera come semplice ispettore e
non come capitano, non dimenticarlo, Harry.- ribatte il Tenente Sabrina
Morrell.
-Io ho sentito parlare di questo Keller, tu lo hai conosciuto?-
-Non sono così vecchia. Quando sono uscita dall’accademia lui se ne era
già andato da un pezzo. Dovresti saperlo, eravamo nello stesso corso.-
-Ma tu sei già tenente mentre io sono ancora ispettore. Immagino che sia
colpa del mio carattere indisciplinato.-
-Il che dimostra che la mela non è caduta lontana dall’albero.-
Non molto distante,
un’altra donna dai capelli rossi ma vestita con un più formale tailleur verde
si rivolge ad un gruppetto di persone vicino a lei:
-Avete sentito il Capo? Si torna al lavoro. Abbiamo un sacco di lavoro
arretrato da smaltire.-
Tutti cominciano a
muoversi tranne un giovanotto dai capelli biondi.
-Reilly, dico anche a te. Mi hai sentito?-
-Mi scusi, Capitano Lennox ma…-
L’Ispettore Ben Reilly
della divisione C.S.I. esita. Non sa come spiegare a Shirley Lennox la
sensazione di pericolo imminente che prova senza tirare in ballo le sue doti
particolari poi non è più necessario perché nell’aria echeggia improvvisamente
un ruggito spaventoso.
Davanti agli
esterrefatti poliziotti è appena apparso un giaguaro di dimensioni più che
doppie del normale che avanza lento e solenne
-Non è possibile!- esclama Shirley Lennox -Lei è morta. Sono morte tutte
e due!-
Quasi tutti i presenti estraggono le loro pistole d’ordinanza
e le puntano sulla belva che li ignora continuando ad avanzare per poi fermarsi
davanti a Sabrina Morrell e Harry Callaghan Jr. A questo punto ruggisce ancora.
Harry, innervosito, spara ma i suoi proiettili
attraversano il giaguaro che poi semplicemente scompare come un brutto sogno.
-Che mi venga un colpo!- esclama Harry Sr.
-Qualcuno saprebbe spiegarmi cosa cavolo sta succedendo?- chiede Stephen
Keller,.
-È una storia lunga, Capo.- risponde Sabrina.
-E complicata.- aggiunge Shirley Lennox.
-Ho tutto il tempo di ascoltarla. Andiamo nel mio ufficio, Seguitemi.-
Nel suo studio del
Coliseum Casinò a Las Vegas la proprietaria Suzy Berengetti si rivolge alle
persone davanti a lei:
-Sapevo che avere come ospite nel mio hotel la famosa Vedova Nera poteva
preludere a qualche guaio ma non mi immaginavo che proprio la stessa notte si
sarebbe trovata coinvolta in uno scontro con una mia impiegata assieme a dei
supereroi.-[5]
-Grazie per aver detto famosa invece di famigerata.- replica Natasha
Romanoff -In ogni caso ha dimenticato di precisare che Tandy Wentworth non è
una comune addetta alla sicurezza ma Thundra, una superumana la cui forza
fisica rivaleggia con quella della Cosa dei Fantastici Quattro e che se non mi
fossi difesa probabilmente mi avrebbe uccisa.-
-Tu sei entrata nella mia camera come una ladra.- ribatte la donna in
questione, una rossa statuaria seduta su un vicino divano.
-Cercavo di capire cosa ci facesse a Las Vegas una superumana proveniente
da un futuro alternativo che è un incubo sessista.-
-Molto semplice: Thundra non ha più modo di tornare da dove proviene.
Aveva bisogno di un tetto sulla testa e di un lavoro e
io glieli ho offerti entrambi assieme ad una nuova identità. Tutto legale tra
l’altro.-
-Sì, se il nome che si è scelta non viene usato per scopi illegali e non
è questo il caso.- interviene Devil.
-Quindi è tutto a posto, almeno finché non combinerete altri casini.-
conclude Suzy.
-Che ci saranno. Sono quasi certo che qualcuno cercherà di truccare
l’incontro di boxe tra Robert Baldini e Jake Brown a suo vantaggio. Ancora non
so come ma intendo scoprirlo.-
-Conosco Jake Brown e non è un corrotto.- afferma il supereroe chiamato
Maggiore Libertà -Non posso giurare lo stesso per il suo manager ed il resto
del suo staff, però.-
-Anche Baldini è a posto come pure il suo staff… a parte uno che non mi
convince. Dovremo stare attenti alle sorprese.- replica Devil.
-Quelli come noi non lo fanno sempre?- ribatte il Maggiore Libertà.
Nessuno ha qualcosa da
replicare alla sua osservazione.
4.
Nicky Cavella esce dal Coliseum e resta fermo sul
marciapiede in attesa. Non deve attendere molto perché qualche minuto dopo una
limousine nera si ferma davanti a lui ed uno sportello scorre permettendogli di
salire poi la vettura riparte velocemente.
All’interno siede un
uomo anziano, robusto, quasi calvo, con un paio di occhiali pince nez appoggiati sul naso. Un appassionato di vecchi film
direbbe che ha una certa rassomiglianza con il regista tedesco Erich von Stroheim. Al suo fianco siede una giovane donna bionda che,
tanto per restare nel paragone, ricorda una dark lady di un film noir degli
anni 30 e 40 del XX Secolo.
-Dunque, qual è il problema?- chiede l’uomo.
-Devil. - risponde Cavella -Devil e la Vedova Nera per essere esatti.
Sono certo che sono qui per il nostro progetto sul match di domani.-
-Pensi che sappiano?-
-No, non i dettagli comunque. Ma devono aver capito che qualcosa accadrà
domani ed anche se non sanno di preciso cosa, cercheranno comunque di
impedirlo..-
-Questo è un problema tuo, io sono qui per occuparmi di altre cose ma se
vuoi posso affiancarti Della.-
-Era quello che speravo, infatti, Wolf.-
-Tu che ne dici?- chiede l’uomo alla ragazza seduta al suo fianco.
-Che mi piace.- risponde lei sorridendo -Non ho mai provato ad uccidere
un supereroe prima d’ora. Sarà una sfida interessante.-
Il taxi si ferma davanti
ad uno dei migliori hotel di Macao, John Bryce ne scende e subito un solerte
inserviente prende le sue valigie.
Proprio in quel momento
un’auto arriva di corsa e da un finestrino spunta la canna di una mitraglietta.
Una raffica parte e falcia l’inserviente mentre Bryce si è prontamente gettato
a terra ed i proiettili gli passano sopra la testa.
L’auto prosegue la sua
corsa poi fa una rapida virata e ritorna indietro. È ovvio che chi c’è a bordo
vuole finire il lavoro ovvero ucciderlo, pensa Bryce. Brutto momento per essere
senza pistola.
Improvvisamente una moto
arriva rombando dalla direzione opposta. Il guidatore impugna una mini Uzi con
cui spara una breve raffica contro l’auto. I
proiettili rinforzati frantumano il vetro del cruscotto. L’autista muore sul
colpo, la vettura sbanda, finisce contro un palo e subito dopo esplode.
Chiunque altro ci fosse all’interno non ha scampo.
La moto si arresta
davanti all’hotel ed il motociclista si sfila il casco integrale rivelando il
volto di una giovane donna chiaramente
orientale che si rivolge a Bryce dicendo:
-Non riesci proprio a non metterti nei guai, eh, James?-
-E tu non rinunci mai alle entrate ad effetto, Mimy.- replica lui
ridendo.
Malcolm Peterson è un
piccolo allibratore, un indipendente il cui giro d’affari è troppo piccolo per
dare fastidio ai pesci grossi. È un tipo cordiale, espressione sorniona,
baffetti alla Clark Gable, ha saputo farsi molti amici nel variegato sottobosco
della città di Las Vegas e rassicurare i potenziali nemici sul suo essere
sostanzialmente innocuo. Il che, ovviamente, è solo apparenza perché molto
nella vita attuale è finzione a cominciare dal suo nome.
Negli ultimi tempi si è
accorto di strani giri di scommesse. Sa che non dovrebbe impicciarsi, che è più
salutare per lui tenere un basso profilo ma non riesce a farne a meno. Qualche
domanda apparentemente innocua a baristi, ragazze di piccola virtù e criminali
di mezza tacca gli permettono di recuperare altri piccoli tasselli grazie ai
quali può ricostruire un quadro accettabile della situazione.
A questo punto deve
decidere cosa fare. Recupera un numero che non usa mai o quasi e lo compone sulla tastiera del suo
Starkphone. Dopo qualche squillo gli risponde la voce assonnata di una donna:
<<Willows.>>
-Sono io, Cathy. Mi dispiace romperti le scatole a quest’ora ma dobbiamo
parlare… faccia a faccia.-
5.
Ana Ishikawa si sta facendo una lunga e calda doccia
prima di andare al lavoro. L’aspettano alcuni incontri impegnativi e vuole
essere in forma.
Anche con il rumore
dell’acqua che scorre Ana sente la porta del bagno che si apre.
-Tomoe?- chiede
No, non è la sua amica.
Quella davanti a lei, appena distinguibile nel vapore, è una figura più
massiccia ed impugna una katana.
Stephen Keller scuote la
testa- Sul suo viso un misto di incredulità e preoccupazione.
-Se non avessi visto quella belva con i miei occhi, non so se crederei ad
una storia simile.-
-Eppure è vera.- replica Robert O’Hara -C’ero anch’io e l’ho visto con i
miei occhi.-
-C’eravamo tutti.- aggiunge
Sabrina Morrell -E siamo sopravvissuti a stento contro quelle… creature.-[6]
-Non dubito certo della vostra parola. Inoltre, a suo tempo ho seguito la
vicenda sui media e ricordo ancora la mia sorpresa nello scoprire che una delle
due donne serial killer era una mia collega di Berkeley.-
-Le insegnanti sexy riservano sempre delle sorprese.-
-Nessuno ha chiesto la tua opinione, Harry, e nemmeno di unirti a questo
meeting.-
-Una di quelle pazzoidi ha tentato di mangiarsi mio figlio, quindi, se
permetti …. Ed anche se non lo permetti… la cosa mi interessa.-
Keller scrolla le spalle
e continua a parlare.-
-Finora credevo che quelle due psicopatiche fossero qualcosa del tipo:
mutanti in grado di mutare in giaguari.
-E invece no. Affermavano di essere le figlie del dio giaguaro di
un’oscura religione di un ancor più oscuro popolo indio dell’America Centrale.-
replica Shirley Lennox.
-Un dio particolarmente feroce e vendicativo.- aggiunge Sabrina -E quello
che è successo oggi mi fa credere che ci abbia scelti come bersaglio della sua
furia.-
Il dio giaguaro osserva
la città dei suoi nemici. Hanno osato uccidere due delle sue figlie e
pagheranno per questo.
La città annegherà nel
sangue.
CONTINUA
NOTE
DELL’AUTORE
Episodio, questo, che si distacca dalle narrazioni
di quelli precedenti mostrando alcuni dietro le quinte di quanto sta accadendo
su Devil #108/109 e per riprendere le fila di personaggi ed eventi che forse
credevate dimenticati, ma veniamo alle note classiche.:
1)
A chi sia
ispirato il personaggio di Stephen Keller non ve lo dico, i lettori più
stagionati o comunque cultori di serie TV d’annata lo avranno sicuramente
capito, gli altri aspetteranno. -_^
2)
Ho voluto
anche omaggiare i 90 anni di Clint Eastwood facendo fare un cameo ad uno dei
personaggi più famosi da lui interpretati che era un poliziotto di San
Francisco. Sapete di chi parlo, vero?
3)
Nelle sequenze
di questo e degli episodi futuri ambientate a Las Vegas e San Francisco
aspettatevi rimandi, citazioni e apparizioni di situazioni e personaggi
connessi a questi due luoghi in vari media. Siete avvertiti.
4)
Se devo dirvi
chi è Ben Reilly siete nel posto sbagliato. -_^
Nel prossimo episodio: Shi contro la Yakuza in più comincia
la vendetta del dio giaguaro e sarà terribile..
Carlo